Progetto Giocando tra le età
Questo progetto è nato nella nostra scuola in modo casuale e spinto da una forte empatia nei confronti dei contenuti che ci venivano proposti. Partendo dalle riflessioni data dall’equipe del progetto:
“..Oggi è difficile per i bambini accettare che il passato abbia qualcosa da insegnare, il presente pone sfide e problemi del tutto nuovi per cui non esistono risposte collaudate. Così non sappiamo riconoscere che i molteplici contesti di apprendimento in cui ciascuno è nato e cresce sono il frutto di lunghi percorsi culturali ed emotivi di cui siamo debitori a chi ci ha preceduto…”
“… Il gioco rappresenta una delle attività più importanti della specie umana, non solo perché consente dei momenti di svago e di rilassamento dalle fatiche quotidiane, ma soprattutto perché promuove nell'uomo il desiderio di felicità. Non si tratta quindi di una semplice evasione, ma di una attività indispensabile per la formazione della propria ed altrui personalità. E' un'attività completa che comprende funzioni cognitive, affettive, sociali e motorie. L'uomo gioca sin dalla nascita perché il giocare rende serena la sua esistenza. Il gioco diviene allora, il canale attraverso il quale ogni persona può sognare, può far finta di essere qualcuno o qualcosa, si concede ciò che nella realtà spesso censura; questo grazie al velo di finzione presente che fa cadere ogni sorta di maschera, svelando l'"io" più vero di ogni soggetto. Il gioco diviene dunque un mezzo di comunicazione profonda tra chi sceglie di intraprendere un'attività ludica; crea relazioni sincere nelle quali ci si pone delle regole, al fine di rispettare l'altro. Il gioco è "educatore" e al tempo stesso "mezzo di educazione", allena alla dimensione comunitaria in un clima di gratuità e divertimento. La manipolazione d'oggetti, il gioco e l'esplorazione consentono un apprendimento approfondito ed una comunicazione profonda dando la possibilità al bambino di scoprire il mondo. ..”
Leggi il documento
Le insegnanti insieme al coordinatore del progetto lo hanno inserito nella progettazione dell’anno scolastico 2012/13 trovando uno spazio, dei tempi adeguati per permettere l’incontro tra le due generazioni dove ogni soggetto attraverso il gioco può conoscere se stesso e l’altro senza vincoli di tempo, di produzione ma solo per il piacere di stare insieme giocando.
Il progetto ha avuto inizio nel mese di novembre con incontri settimanali (martedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00) per quattro incontri per ogni gruppo di età. Inizia il gruppo dei bambini di quattro anni, prosegue dopo le vacanze Natalizie il gruppo dei bambini di tre anni, per concludersi nella primavera con il gruppo dei bambini di cinque anni. Il gruppo degli anziani è composto da circa 10 “nonni” che coadiuvati dall’ animatore entra nella scuola e gioca con i diversi gruppi.
Motivazioni della scuola riferite all’ adozione del progetto:
I nostri bambini vivono giornalmente la presenza dei nonni, che purtroppo in questa società li rilega ad essere delle baby sitter che li accompagnano ai diversi corsi o li curano quando sono ammalati. Spesso questi bambini non possono giocare con i loro nonni perché questi ultimi sono ancora dei lavoratori per la nostra società. La funzione del nonno è mutata nella società attuale, il nonno spesso è un attivo sostenitore delle nuove famiglie sia dal punto di vista economico che dal punto di vista di gestione dei tempi della famiglia.
I “nonni” del centro anziani di Opera non sono dei veri nonni, anzi potrebbero essere dei bisnonni, che hanno ancora molto da dare dal punto di vista relazionale e di trasmissione della memoria e del recupero del passato. Abbiamo provato a creare questo “punto” di incontro che non vuole essere una proposta “patetica” ma un “aprire le porte” tra le varie comunità che spesso la nostra società cerca di chiudere per creare dei settori specifici e specializzati, dove si evita la contaminazione e l’incontro.
“..Oggi è difficile per i bambini accettare che il passato abbia qualcosa da insegnare, il presente pone sfide e problemi del tutto nuovi per cui non esistono risposte collaudate. Così non sappiamo riconoscere che i molteplici contesti di apprendimento in cui ciascuno è nato e cresce sono il frutto di lunghi percorsi culturali ed emotivi di cui siamo debitori a chi ci ha preceduto…”
“… Il gioco rappresenta una delle attività più importanti della specie umana, non solo perché consente dei momenti di svago e di rilassamento dalle fatiche quotidiane, ma soprattutto perché promuove nell'uomo il desiderio di felicità. Non si tratta quindi di una semplice evasione, ma di una attività indispensabile per la formazione della propria ed altrui personalità. E' un'attività completa che comprende funzioni cognitive, affettive, sociali e motorie. L'uomo gioca sin dalla nascita perché il giocare rende serena la sua esistenza. Il gioco diviene allora, il canale attraverso il quale ogni persona può sognare, può far finta di essere qualcuno o qualcosa, si concede ciò che nella realtà spesso censura; questo grazie al velo di finzione presente che fa cadere ogni sorta di maschera, svelando l'"io" più vero di ogni soggetto. Il gioco diviene dunque un mezzo di comunicazione profonda tra chi sceglie di intraprendere un'attività ludica; crea relazioni sincere nelle quali ci si pone delle regole, al fine di rispettare l'altro. Il gioco è "educatore" e al tempo stesso "mezzo di educazione", allena alla dimensione comunitaria in un clima di gratuità e divertimento. La manipolazione d'oggetti, il gioco e l'esplorazione consentono un apprendimento approfondito ed una comunicazione profonda dando la possibilità al bambino di scoprire il mondo. ..”
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Le insegnanti insieme al coordinatore del progetto lo hanno inserito nella progettazione dell’anno scolastico 2012/13 trovando uno spazio, dei tempi adeguati per permettere l’incontro tra le due generazioni dove ogni soggetto attraverso il gioco può conoscere se stesso e l’altro senza vincoli di tempo, di produzione ma solo per il piacere di stare insieme giocando.
Il progetto ha avuto inizio nel mese di novembre con incontri settimanali (martedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00) per quattro incontri per ogni gruppo di età. Inizia il gruppo dei bambini di quattro anni, prosegue dopo le vacanze Natalizie il gruppo dei bambini di tre anni, per concludersi nella primavera con il gruppo dei bambini di cinque anni. Il gruppo degli anziani è composto da circa 10 “nonni” che coadiuvati dall’ animatore entra nella scuola e gioca con i diversi gruppi.
Motivazioni della scuola riferite all’ adozione del progetto:
I nostri bambini vivono giornalmente la presenza dei nonni, che purtroppo in questa società li rilega ad essere delle baby sitter che li accompagnano ai diversi corsi o li curano quando sono ammalati. Spesso questi bambini non possono giocare con i loro nonni perché questi ultimi sono ancora dei lavoratori per la nostra società. La funzione del nonno è mutata nella società attuale, il nonno spesso è un attivo sostenitore delle nuove famiglie sia dal punto di vista economico che dal punto di vista di gestione dei tempi della famiglia.
I “nonni” del centro anziani di Opera non sono dei veri nonni, anzi potrebbero essere dei bisnonni, che hanno ancora molto da dare dal punto di vista relazionale e di trasmissione della memoria e del recupero del passato. Abbiamo provato a creare questo “punto” di incontro che non vuole essere una proposta “patetica” ma un “aprire le porte” tra le varie comunità che spesso la nostra società cerca di chiudere per creare dei settori specifici e specializzati, dove si evita la contaminazione e l’incontro.